Mark Phillips (1973-1992, div.) Timothy Laurence (dal 1992)
Figli
Peter Phillips Zara Tindall
Religione
Anglicanesimo
Anna del Regno Unito, principessa reale (Anne Elizabeth Alice Louise Mountbatten-Windsor coniugata Laurence; Londra, 15 agosto1950), è una principessabritannica.
Patrona di oltre 200 organizzazioni caritatevoli, ha svolto circa 500 incarichi per conto della regina Elisabetta II e della corte britannica. È inoltre particolarmente nota per il suo talento equestre; ha vinto in totale due medaglie d'argento (1975) e una d'oro (1971) all'European Eventing Championships ed è stata il primo membro della famiglia reale inglese a prendere parte ai Giochi olimpici.
Indice
1Biografia
1.1I primi anni
1.2Carriera sportiva
1.3Il primo matrimonio
1.4Il tentativo di rapimento
1.5Il secondo matrimonio
1.6Ruolo pubblico
2Titoli e trattamento
3Albero genealogico
4Onorificenze
4.1Onorificenze britanniche
4.2Onorificenze straniere
5Note
6Voci correlate
7Altri progetti
8Collegamenti esterni
Biografia
I primi anni
Elisabetta II e il principe Filippo di Edimburgo posano in una fotografia con i figli Anna (al pianoforte) e Carlo
Da bambina le venne assegnata per governante Catherine Peebles, come già fu per il fratello maggiore Carlo.
Anna rimase sotto tutela privata sino al 1963, quando venne iscritta alla Benenden School. All'inizio degli anni '70 fece mormorare la sua frequentazione con il primo fidanzato, Andrew Parker Bowles, scudiero della regina e poi primo marito di Camilla Shand, una sua conoscente, attuale moglie di re Carlo III.
Appassionata di equitazione, durante gli anni settanta praticò questo sport a livello agonistico, vincendo diverse competizioni a livello europeo, ottenendo il titolo europeo nel 1971 e due medaglie d'argento nel 1975. Nel 1976 prese parte alle Olimpiadi di Montreal.
Il 14 novembre 1973[2], nell'abbazia di Westminster, Anna sposò Mark Phillips, luogotenente del 1º reggimento di Dragoni della Regina, figlio del maggiore Peter William Garside Phillips e di Anne Patricia Tiarks; la cerimonia venne trasmessa in mondovisione ed ebbe un pubblico di circa 100 milioni di spettatori.[4]. Dopo il matrimonio, Anna si recò a vivere con il marito a Gatcombe Park. Egli venne promosso al rango di capitano nel 1974, quando venne nominato aiutante di campo personale della regina Elisabetta II.
Nel 1989 i due coniugi annunciarono la loro intenzione di separarsi, anche se la coppia poté completare il processo di divorzio solo il 23 aprile 1992, annus horribilis per l'allora regina Elisabetta.[5]
Ebbero due figli[2]: Peter, nato il 15 novembre 1977, e Zara, nata il 15 maggio 1981, che divennero i primi nipoti di un sovrano inglese a non portare un titolo nobiliare, in quanto il padre non era titolato e aveva rifiutato il titolo di marchese che gli era stato offerto dalla regina.
Il tentativo di rapimento
Il 20 marzo 1974, mentre la principessa Anna e Mark Phillips stavano ritornando a Buckingham Palace dopo un evento di beneficenza al Pall Mall, la loro limousine fu costretta a fermarsi per colpa di una Ford Escort che intralciava il percorso.[6] Il guidatore della Escort, Ian Ball, saltò fuori dalla vettura e incominciò a sparare in aria con una pistola.
L'ispettore James Beaton, ufficiale di polizia personale della principessa, rispose uscendo dalla macchina nel tentativo di far da scudo alla principessa e disarmare nel contempo Ball. L'arma da fuoco di Beaton, una Walther PPK, venne spostata di getto da un colpo esploso da Ball e questi colpì anche l'altro assistente, l'autista di Anna, Alex Callender, che stava tentando di disarmarlo.[7] Brian McConnell, un giornalista che si trovava nei pressi della scena, intervenne, ma venne colpito da una pallottola al petto.[8] Ball si avvicinò dunque alla macchina della principessa e le spiegò che era intenzionato a rapirla per chiedere un riscatto di 2 000 000 di sterline[9], che era intenzionato poi a devolvere personalmente al National Health Service.[6]
Ball ordinò dunque ad Anna di uscire dalla macchina, richiesta alla quale lei rispose: "Assolutamente no!", pensando di colpire successivamente Ball.[10] La principessa uscì dalla portiera opposta e un altro passante, Ron Russell, colpì Ball alla schiena, consentendo ad Anna di fuggire. A quel punto il connestabile Michael Hills giunse sul posto, venendo anch'egli colpito da Ball, non prima di essere riuscito però a chiamare rinforzi. Il detective Peter Edmonds riuscì infine ad arrestare Ball.[7]
Tutti i feriti vennero condotti in ospedale, dove rimasero per circa un mese per riprendersi dalle lesioni subite. Per aver difeso la principessa Anna, Beaton venne insignito della George Cross, Hills e Russell ottennero la George Medal, mentre Callender, McConnell e Edmonds ottennero la Queen's Gallantry Medal.[6][11] Ball venne riconosciuto colpevole di tentato omicidio e tentato rapimento e venne ricoverato in una clinica psichiatrica in osservazione.
Su questo avvenimento la Granada Television ha prodotto nel 2006 il documentario drammatico dal titolo To Kidnap a Princess, ispirato proprio al fatto nonché al romanzo di Tom ClancyAttentato alla corte d'Inghilterra e al racconto Your Royal Hostage di Antonia Fraser.
Il secondo matrimonio
La principessa Anna e il marito Timothy Laurence
Anna si è sposata una seconda volta il 12 dicembre 1992[2] a Crathie Kirk, presso il castello di Balmoral, con il comandante della Royal NavyTimothy Laurence, figlio del comandante Guy Stewart Laurence e di Barbara Alison Symondsil. Come il primo marito, anche il comandante Laurence non ha ricevuto nessun titolo nobiliare.
Ruolo pubblico
La principessa ha sempre mostrato un forte interesse per la vita pubblica, così come la madre. Ha assunto cariche pubbliche a partire dall'età di 18 anni e già nel 1969 si impegnò per l'apertura di una scuola a Shropshire che prevedesse, tra l'altro, un'attenzione particolare allo sport. Compì la sua prima visita di Stato quello stesso anno, accompagnando la regina e il duca di Edimburgo in Austria.
Nel 1994 è stata ammessa a far parte dell'Ordine della Giarrettiera[2] e nel 2000, in occasione del suo cinquantesimo compleanno, la madre l'ha investita dell'Ordine del Cardo[2], la massima onorificenza scozzese, in riconoscimento dell'impegno tributato nelle sue opere per la valorizzazione della Scozia. Quest'ultima cerimonia ha avuto luogo nel giugno dell'anno successivo nella cattedrale di St. Giles di Edimburgo.
Secondo una lettera patente siglata da Giorgio V, il titolo di altezze reali spettava unicamente ai figli maschi della casata reale, ma Giorgio VI il 22 ottobre 1948 stabilì che tutti gli eredi di sua figlia Elisabetta avrebbero goduto come minimo del titolo di cortesia di Sir o Lady e che avrebbero detenuto lo status reale e principesco.
Quando la madre salì al trono alla morte di re Giorgio VI, divenendo regina col nome di Elisabetta II, Anna ottenne il titolo effettivo di altezza reale in quanto figlia della sovrana, ma dovette attendere formalmente sino all'incoronazione della madre per poterne godere a pieno titolo.
15 agosto 1950 - 6 febbraio 1952: Sua Altezza Reale la principessa Anna di Edimburgo
6 febbraio 1952 – 14 novembre 1973: Sua Altezza Reale la principessa Anna
14 novembre 1973 – 13 giugno 1987: Sua Altezza Reale la principessa Anna, sig.ra Phillips
13 giugno 1987 – oggi: Sua Altezza Reale la principessa Anna, principessa reale
Il titolo e trattamento completo di Anna è il seguente:
La principessa Anna alla settantacinquesima parata del Royal Australian Corps of Signals (2000)Lo stendardo personale di Anna, principessa RealeIl monogramma personale di Anna, principessa Reale
^Come tutti i membri della famiglia reale che godono del trattamento di Altezza Reale, Anna formalmente non ha un cognome; nel caso in cui ne serva uno, questo può essere "Mountbatten-Windsor" oppure "Windsor".
^abcdefg Darryl Lundy, Genealogia della principessa Anna Mountbatten-Windsor, su thepeerage.com, thePeerage.com, 22 gennaio 2011. URL consultato il 12 maggio 2011.
^(FR) Grand-Croix de Deuxième Classe de L'Ordre Nationale Malgache [Grand Cross 2nd Class of the National Order of Madagascar], su presidence.gov.mg, Présidence de la République de Madagascar. URL consultato il 12 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2018).